Tassi soglia, come far valere i propri diritti

“Se devi alla banca centomila dollari, la banca ti possiede. Se devi alla banca cento milioni di dollari, possiedi tu la banca.” David Graeber 

Dalla Sentenza della Corte di Cassazione n.350 del 9 gennaio 2013, si è posta l’attenzione su di un fenomeno ad oggi quasi sconosciuto, ovvero l’usurarietà degli ordinari contratti di mutuo, sia a tasso fisso che variabile, sottoscritti da migliaia di Italiani.  La sentenza effettivamente è innovativa, in quanto prevede che nel caso in cui il tasso del mutuo, gli interessi di mora, le penali ed i vari oneri previsti dal contratto, sommati tra loro, superino il Tasso Soglia fissato per il trimestre in cui è stato sottoscritto il mutuo, tale contratto è da considerarsi usurario. Alla luce di ciò, dunque, poiché secondo l’art.1815, 2° comma, del codice civile

Se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi

In presenza di un contratto di mutuo usurario, il mutuatario recupererà integralmente gli interessi già corrisposti alla Banca mutuante e, per di più, non pagherà quelli ancora da versare, restituendo così alla Banca solo il capitale ricevuto in prestito dalla stessa. Si badi, che NON è necessario essere morosi al fine di poter conteggiare anche gli interessi di mora nella determinazione della usurarietà del proprio contratto di mutuo. Infatti, secondo il legislatore, gli interessi si intendono usurari se superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo. Ad oggi, nonostante la Banca d’Italia stia tentando, con le proprie circolari, di scoraggiare i mutuatari dall’esperire ricorsi avverso gli istituti di credito, con l’obiettivo di vedersi restituire gli interessi ingiustamente corrisposti, i Giudici stanno dando ragione ai risparmiatori, come dimostra anche la recentissima sentenza della Corte D’Appello di Venezia, n.342/2013.

Come far valere, in qualsiasi momento, i propri diritti

1) Conservate tutta la documentazione. In particolare, va conservata la copia del contratto. Va verificata anche la presenza, nello stesso, della firma del responsabile dell’istituto. Nel caso in cui non ci fosse, il contratto sarebbe “carta straccia”.

2) Commissionate una perizia econometrica. Una volta ottenuta e messa al sicuro tutta la documentazione, è utile far realizzare da un professionista la perizia econometrica. E’ un vero e proprio tesoro: in ogni momento sarà così possibile verificare discrepanze tra lo stato attuale e la perizia – e scovare eventuali illeciti.

3) Attenzione alle agevolazioni “pelose”. Sono delle vere e
proprie trapple vestite da “agevolazioni”. Una di questa è la trasformazione del debito in mutuo ipotecario in cambio del dilazionamento. Nonostante a prima vista possa sembrare un’opportunità per il correntista, è in verità un modo per le banche di accaparrarsi beni altrui.

4) Attenzione all’anatocismo bancario. Si tratta della ricapitalizzazione degli interessi passivi. In Italia è illegale, ma molte banche fingono di non saperlo.

5) Contestate l’inserimento della Centrale Rischi. Essere inseriti nella lista dei “cattivi pagatori” è quanto di peggio ci possa essere per un imprenditore. Molto spesso, però, l’inserimento è illegale perché non preceduto da un avvertimento recapitato al cliente. In questo caso, contestate.

6) Rivolgetevi al Fondo di Solidarietà. Denunciare la banca è un passo importante e coraggioso. Uno dei risultati potrebbe essere la difficoltà a finanziarsi in futuro. Per questo è utile rivolgersi al Fondo di Solidarietà, istituito dal Ministero dell’Interno per “premiare” le vittime di usura e fornire una copertura previdenziale.

7) Valutate attentamente i consulenti. Molti consulenti si offrono per accompagnare il correntista nella sua battaglia contro la banca colpevole di usura. Valutate con attenzione il loro sostegno: alcune cercano di approfittare della situazione e chiedono parcelle di 20mila euro e il 25% del capitale recuperato.

8) Verificate che il calcolo del tasso soglia sia giusto. Il tasso soglia è il tasso massimo che la banca può imporre. E’ dichiarato dalla banca stessa ma è regolato.

fonte: web economia

#waltertroisi 

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