„I poveri si vantano delle loro spese, i ricchi delle loro economie.“ Abel Bonnard
Sulla base del principio che le spese siano sostenute dai guadagni e dai debiti contratti ovvero dai crediti ricevuti, l’eccedenza delle prime nella misura di in via prudenziale anche per chi scrive) almeno il 20% fa scattare un delicato meccanismo di accertamento sintetico noto come redditometro la cui funzione è quella di analizzare le spese frequenti ed importanti.
Cosa entra nel redditometro?
A sostegno degli accertamenti sono diversi elementi come:
• una polizza assicurativa il cui premio sia particolarmente elevato,
• il possesso di auto storiche,
• un mutuo dalla rata troppo alta per le tue possibilità,
• l’estratto conto della carta di credito da cui risultano continui passaggi al casello autostradale.
Anche gli acquisti “importanti” quali l’acquisto di auto di grossa cilindrata o di case, appartamenti e multiproprietà entrano immediatamente nel cervellone del fisco.
Il decreto ministeriale ci soccorre indicando tutti i beni e servizi acquistati che fanno scattare i controlli fiscali, sempre che il loro valore sia superiore al reddito disponibile del contribuente.
Riepilogando, essi sono:
- mutuo;
- canone di locazione;
- canone di leasing immobiliare;
- spese di manutenzione della casa;
- agenzia immobiliare;
- spese per consumo di energia elettrica, gas e acqua;
- elettrodomestici ed arredi;
- collaboratrici domestiche;
- visite mediche e medicinali;
- polizza rc auto;
- auto di lusso e relativo bollo;
- acquisto di smartphone;
- abbonamento pay-tv;
- palestre e circoli sportivi;
- giochi online;
- cavalli;
- animali domestici;
- istituti di bellezza e centri benessere;
- gioielleria e bigiotteria;
- alberghi e viaggi e
- cene e pranzi fuori casa.
Chi viene controllato?
Destinatari del redditometro sono tutte le persone fisiche: consumatori, famiglie, lavoratori dipendenti, autonomi e professionisti.
In base al tenore di vita manifestato dal nucleo familiare “fiscale” di appartenenza ed al “grado di rischio evasione” l’AdE seleziona i contribuenti da “attenzionare”.
La stessa attenzione, tuttavia, è dedicata anche a chi non spende: un eccessivo accumulo di denaro sul conto potrebbe far sorgere il sospetto che il contribuente si mantenga con altri proventi. “Il risparmio formatosi nell’anno e non consumato è dunque anch’esso – al pari delle spese – un indice di ricchezza sospetta”.
La modifica del redditometro prevede che gli elementi indicativi di capacità contributiva (Dm 16 settembre 2015), non avranno più effetto per i controlli ancora da eseguire relativi al 2016 e agli anni successivi e l’adozione da parte del Mef di un nuovo decreto in materia.
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