Come chi si rompe le reni per far pingue il suo deposito in banca, così io travaglio ogni giorno la mia vita per trasformarla in passato: questo conto corrente che cresce. Gesualdo Bufalino – Il malpensante, 1987
Tra le imposte patrimoniali ricorrenti, più o meno riconosciute come tali, si inscrive a pieno titolo l’imposta di bollo sui conti correnti e postali. istituita dal D.P.R. 642 del 72. E’ un prelievo applicato a tutti i rapporti finanziari, nella misura di 34,20 € annui per le persone fisiche e 100 € per aziende, sempre annui,. ripartita sulla scorta dell’invio della comunicazione obbligatoria banca – cliente, sia esse cartacea che virtuale, su estratti conto, rendiconti dei libretti di risparmio, comunicazioni periodiche di prodotti finanziari.
L’imposta in esame è stata oggetto di numerose proteste, l’ultima r evisione è stata subita con il D.L.211 del 2011 noto come Decreto Salva Italia, il quale prevede che la stessa non è dovuta quando il valore di giacenza risultante dagli estratti conto periodici o annuali è mediamente non superiore a 5.000 euro
L’esenzione è riconosciuta ovviamente per i conti correnti che registrano un saldo negativa ma anche dalla capacità reddituale del soggetto, infatti coloro che hanno un Isee inferiore a 7.500 euro all’anno sono esentati dall’applicazione dell’imposta. A tal fine è necessario produrre presso il proprio istituto di credito o in Posta la certificazione rilasciata dall’Inps che attesti il limite dei 7.500 euro affinché l’intermediario, che agisce come sostituto d’imposta, non trattenga l’importo annuale di euro 34,20.
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